CASTIGLION DEL LAGO

Castiglione del Lago è un comune italiano di 15 358 abitanti[1] della provincia di Perugia in Umbria. Sorge su un promontorio situato sulla riva occidentale del lago Trasimeno. La cittadina deve il suo nome al simbolo che svetta nello stemma della famiglia che anticamente vi dominava; il nome Castiglione, infatti, deriva dal latino Castellum Leonis (castello del leone), volgarizzato poi in Castellioni. Castiglione del Lago si trova lungo quella che un tempo era un'importante via di comunicazione, stretta tra Orvieto al sud, Chiusi ad ovest ed Arezzo al nord. La sua posizione in una zona così contesa, prima tra gli Etruschi ed i Romani, in seguito tra le cittadine toscane e Perugia, causò in numerose occasioni la distruzione delle fortificazioni originali, ricostruite a più riprese. Fondata dai romani col nome di Novum Clusium (Nuova Chiusi), sorge su di un colle che in epoca antica costituiva la quarta isola del lago Trasimeno (le tre isole ancora esistenti sono la Maggiore, la Minore e la Polvese) prima che la striscia d'acqua che la separava dalla terraferma fosse riempita. Nella struttura urbanistica del borgo antico è facilmente riscontrabile, nelle tre strade parallele che tagliano longitudinalmente il paese (decumani), l'origine romana. Solo durante il regno di Federico II (agli inizi del XIII secolo), Castiglione visse un periodo di relativa stabilità. Più tardi il paese cadde sotto il controllo di Perugia, divenendo feudo della potente famiglia dei Baglioni. Nel 1550, papa Giulio III concesse il feudo a sua sorella Giacoma Ciocchi del Monte. Il 19 novembre 1563, il figlio di lei, Ascanio della Corgna, divenne marchese di Castiglione e del Chiugi per volere di Pio IV, insieme al fratello cardinale Fulvio. Nel 1617 Paolo IV concesse il titolo ducale a Fulvio II. Ad Ascanio I succedettero Diomede, Ascanio II e Fulvio II, al servizio dei quali operarono il poeta burlesco Cesare Caporali e il severo segretario di corte, nonché scrittore politico, Scipione Tolomei. Il duca Fulvio II morì nel 1647 senza lasciare eredi e così il feudo tornò sotto il dominio dello Stato della Chiesa. Il marchesato aveva una superficie di ca. 200 km² e importanza come "zona cuscinetto" tra granducato di Toscana e territori pontifici. Era un feudo pontificio con potere di imperio e diritto di battere moneta. Ascanio della Corgna emanò nel febbraio 1571 gli statuti, completati poi dal cardinale Fulvio e dal nipote Diomede: costituivano un'ampia raccolta di norme giuridiche civili e penali per disciplinare quanto avveniva nello staterello. Il marchesato era anche rinomato per fatti culturali ed artistici: nel palazzo castiglionese il marchese organizzava riunioni dell'Accademia degli Insensati, con la partecipazione di insigni letterati, nobili ed artisti; il Pomarancio ed altri pittori affrescarono la prestigiosa residenza, progettata dal Vignola e da Galeazzo Alessi.

2018 2019 Filippo Tenerani Agenzia Fotografica
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